PRESENTAZIONE

Le linee basilari sulle quali procederà la trattazione di problematiche così complicate e difficili ma necessarie per seguire un quasi invisibile filo di “Arianna” saranno linee che emergono come da un negativo fotografico e che messo a confronto con la foto reale evidenziando così le variabili che nascondono verità più grandi mai evidenziate. Pertanto nel dar loro una definizione plausibile chiamerò dette non corrispondenze “incongruenze” e le fondamentali che hanno modificato la storia nascondendo le nostre radici in una distorsione quasi irrecuperabile sono: la glottologica la geologica, l’antropologica ed a seguire dalle quali per conseguenza logica derivano tutte quelle archeologiche e storiche.
Provo pertanto a chiarire che essendo vissuto con questa dicotomia quasi schizofrenica dove le mie radici vere cozzavano con quelle che studiavo a scuola mi sembrava di vivere tra due mondi contrapposti ed inconciliabili e dove le INCOGNITE fonte delle perplessità altrui erano le mie più profonde certezze. Da onde insorge dentro di me “UN IRRESISTIBILE OBBLIGO MORALE “di esternare costi quel che costi anche a causa di una mia repulsione ai mezzi di scrittura attuali e soprattutto all’uso del computer!
In primo luogo ciò serve a liberarmi di un peso e soprattutto per la “NOSTRA GENTE … PRESENTE CHE HA DIFFICOLTA’ A CAPIRE LA SUA ESPRESSIONE CULTURALE, PER QUELLA PASSATA CHE CI HA DATO UN EREDITA’ UNICA ED INDISTRUTTIBILE LA CULTURA!
Con la C maiuscola! E DELLA QUALE LA Così detta UFFICIALE non è nemmeno presa in considerazione le evidenti discrepanze. Ad oggi non ha considerato le discrepanze linguistiche tra la lingua corrente dialettale che avrebbe dovuto essere omogenea con quella studiata a scuola e soprattutto con le discrepanze ancora più evidenti nella toponimia.
Oggi abbiamo perduro il nesso tra ad esempio il linguaggio della marineria che individua siti e punti di riferimento nell’orientamento che sono rimasti inalterati ad oggi e non collimano con la lingua studiata così che si necessita di studi particolareggiati a seconda delle professioni e dei mestieri!! Per cui si è perso oggi quel significato che un tempo individuava siti e punti di orientamento necessari per spostarsi da un posto all’altro per terra e soprattutto per mare (come pensate si spostassero i … PELASGI???!!) e ora … navighiamo a vista in un … mare di incognite continue. Come ciechi che sbattendo qua e là nei siti archeologici possiamo solo accarezzarli senza capirli! Senza contare poi che le evidenze chiamate incognite per chi ci ha preceduto è un’offesa immeritata perché le nazioni neolatine, le slave (sia degli UR…ali che quelle Danubiane e Balcaniche) ed in gran parte quelle medio orientali (che da quelle discendono!) sono la prova di ciò che affermo altro che perplessità ed incertezze.
Reputo infine inutile dilungarmi sulla moltitudine inascoltata di autori che si sono espressi ognuno nel loro ambito di ricerca in tal senso pur stranamente rimanendo lettera morta.
Mi stimola ricordare che la difficoltà che richiede un’indagine sulla civiltà che chiamo “dello STILETTO” (detto -sicula o silicula?) ha facilitato la vittoria di quella delle pergamene e dei rotoli lì si va sul velluto!? “ROTOLI E PERGAMENE”, che hanno ridotto l’evoluzione umana ad una quanto mai ristretta, come lasso di tempo, civiltà saltando a piè pari tutto il resto con il risultato di annullare la vera storia salvo poi che per spiegare ritrovati archeologici che mostrano civiltà all’avanguardia ricorrere a spiegazioni che chiamarle poco plausibili è caritatevole. Comunque non è stato così per tutti quei ricercatori che la pensavano diversamente ed ai quali la molteplicità delle incognite e di fatti inspiegabili dava delle precise ed inequivocabili sensazioni di vacuità di culture che contrapposte alla vita di tutti i giorni della popolazione esprimevano con evidente forza l’incongruità di rapporto.
E qui è d’obbligo un riferimento come detto non al poeta, come piace a molti definirlo, ma ad un “profondo Ricercatore storico” come Johann Wolfgang Von Goethe il quale (si badi bene che aveva girato il mondo in lungo ed in largo, ma l’Italia possiamo per lui definirla “UN’ATTRAZIONE FATALE”) si dilunga in dichiarazioni che certamente si
riferiscono alle problematiche che l’INCONGRUITA’ degli aspetti culturali da lui valutati con una profondità non comune che” GLI LASCIAVA DENTRO UN VUOTO INCOLMABILE!!!!” MA AVENDO POTUTO NEI VIAGGI VIVERE A CONTATTO CON IL POPOLO CHE PORTAVA IN SÉ I SEGNI DI UNA PASSATA INSPIEGABILE GRANDEZZA CHE SOVRASTAVA CERTAMENTE LE ALTRE … SENZA TENTENNAMENTI O INCERTEZZE CONCLUDE “CHE L’ITALIA (si badi nel pieno fulgore del suo splendore!) SENZA LA SICILIA NON LASCIA IMMAGINE ALCUNA NELLO SPIRITO ESSENDO ESSA SOLA LA CHIAVE E LA SPIEGAZIONE DI TUTTO” e più in là ribadisce certificandone la motivazione profonda di questa affermazione assiomatica “È’ QUI CHE HO VISTO L’ASIA E L’AFRICA” COME DIRE UN COACERVO BEN CONCENTRATO E RAPPRESENTATIVO DI TUTTE LE CULTURE”.

Come si può denotare non lascia nulla al caso e limitandosi fortemente “per tema di offendere tutte le altre culture che all’epoca eccellevano certamente E CHE PERO’ NON POSSEDEVANO QUELLA VALENZA CHE LUI ARDENTEMENTE CERCAVA! Ma ciò che più mi amareggia che un GENIO DI TAL FATTO a quanto pare nessuno lo ha preso in ALCUNA CONSIDERAZIONE!!! E LUI MESTAMENTE HA COLTO CHE LE SUE AFFERMAZONI NON SONO ACCOLTE COME SI ASPETTAVA E CONCLUDE AFFERMANDO CHE “E’ MEGLIO NON PROPUGNARE VERITA’ OGGETTIVE MA SOLO QUELLE CHE GLI UDITORI VOGLIONO ASCOLTARE!!!” No comment!!!
Devo dedurre pertanto che molti sono stati delusi da queste affermazioni tanto è vero che quelli dei “dictat culturali” le cosiddette Autorità hanno affossato tutto come fantasie di un poeta e lui di ciò ne fu conscio!!! È ciò che più mi amareggia che fino ad oggi nessuno si è alzato nemmeno dalla nostra terra a far valer il “dictat di un Genio” pur di continuare a vivacchiare in una cultura obsoleta e falsa!
Entrando poi nel molto personale grazie al fatto che queste perplessità alcuni della mia famiglia oltre ad aver cercato e trovato molte delle risposte, molte di esse le hanno approfondite e quelle ritenute più valide anche trasmesse. Grazie a questa che chiamerei tradizione di un ambito familiare molto ampio che si pregiava di persone all’altezza del compito, molte di queste soluzioni ritenute valide mi sono state attentamente inculcate. Ma l’obbligo morale che mi sorge dentro pur nell’ambito delle mie non eccelse capacità e la più assoluta incapacità di scrivere tenterò di abbozzare una se pur minima, chiamiamola, linea guida ad una più ampia risposta ai quesiti del sommo Goethe. Grazie sempre alla mia famiglia ho avuto un vissuto che nel percorso dei miei studi e dei miei lavori ho quasi per un destino avuto la possibilità di approfondire e rilevare prove per dar forza a quanto vado a riferire.

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L’epilogo finale di detto percorso quasi come spinto dal destino e che mi ha dato la spinta finale a cimentarmi è avvenuto sul mio posto di lavoro dentro il castello Ursino di Catania. Infatti un giorno prendendo servizio mi sono ritrovato con l’ingresso risistemato con i lastroni di pietra che nella sostituzione di quelli rotti,il pavimento è diventato come un blocco di pietra dove i nuovi lastroni formavano una scritta in una lingua a me molto nota pensate, in “GHEEZ”!(antica lingua dell’Etiopia) può sembrare un’assurdità ma la lettera in lingua Gheez letta al contrario mi diceva “GUARDA!
Questo fatto mi ha spinto a cercare di leggere certe iscrizioni dentro il castello che per secoli non erano state lette. Altra fatale coincidenza la prima iscrizione capitatami nelle mani, pensate è stato proprio lui che troneggiava in mezzo agli altri principi e guerrieri in bronzo ma lui mi attizzava perché lo ammiravo spesso per capire e quella mattina finalmente mi ha parlato!
Pensate mi sono imbattuto nella cosa più impossibile e difficile da trovare al mondo uno che mi dichiarava di essere il primo,il vero ed unico “NOE’” storico del mondo!!! Il guerriero ha infatti inciso nel petto una delle risposte che il mondo desiderava ardentemente saper “CHI, DOV’ERA E COME SI FOSSE SALVATO”, diciamo pure il vero NOE! Ed io me lo sono trovato innanzi impettito quasi a sfidarmi, mi ha detto “IO HO VISTO LA DISTRUZIONE”!!!
Proprio con una impeccabile bulinatura resa artificiosamente leggibile solo per coloro che conoscevano i suoi segreti ha scritto sul suo petto la settima lettera del settimo savi e la seconda lettera del settimo savi che si leggono in Gheez «So’Lo’» ed in Amarico «SCIOA’ LUK’» («ho visto la distruzione»).
“Incredibile dictu” guardandolo bene ho visto il viso e la possente struttura di un Catanese che indovinate come si chiama!!! È pazzesco ma possiede un cognome che nel semitico antico significa la stessa cosa ossia SCIONTI!!! ovvero SCIO(A’) (distruzione) N’(conosce) T’(terra) I’ (lontana o che si allontanava?!).
Cioè colui che ha visto la distruzione della terra lontana (l’Etiopia appunto e quindi del mondo!). Questa era la prova finale per ricongiungere la nostra identità con quella vera ed originaria, quella di P’T A’ ossia dov’è la terra dei padri! Terra di “PA”.
Provate a spiegare che ci fa un guerriero con la scritta della lingua dei K’P’T'(della terra dei Padri) nel Castello per antonomasia Catanese? Eppure non siamo nuovi a rapporti del genere infatti chi conosce perfettamente le due lingue ne vede l’intrinseca relazione.

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Nel 1905 un AMARA (gli Amara,i tigrè ed i tigrini, rispettivamente parlano l’amara, tigrignà ed il tigrino tutte derivate dalla lingua gheez – esattamente come l’italiano lo spagnolo ed il francese dal Sekeliano!) autore di una grammatica di lingua GHEEZ,un certo G.J.AFEWORK, per affrontare il problema di costruire una grammatica di questa lingua dopo aver VALUTATO LE AFFINITA’CON TUTTE LE LINGUE POSSIBILI HA DECISO DI SCEGLIERE LA NOSTRA LINGUA!
Pensate che l’italiano all’epoca chi lo parlava era considerato un traditore figuriamoci poi a scriverci una grammatica della loro sacra lingua scritta nella lingua dei colonizzatori!!! Eppure si è dovuto piegare all’evidenza, salvo poi a premurarsi quasi scusandosi e giustificandosi per la difficoltà nell’uso di altre lingue (specie dell’inglese infatti era tanto succube che nello scriver il suo cognome che si legge in italiano AFEUERK lo ha scritto traducendolo in inglese AFEWORK!!!!) ed affermava che la scelta di utilizzare la lingua italiana quasi per scusarsi con i conterranei è stata dettata da convenienza linguistica in quanto rispetto alle altre lingue occidentali è la più simile. Infatti continua dicendo che le sole variazioni sono determinate dall’aggiunta di vocali e che l’ortografia nella mutazione del passaggio tra antico gheez ed amarico non ha subito alcuna variazione come il passaggio tra il latino e l’italiano giustamente non ha potuto far rilevare il legame se non addirittura la filiazione tra le due lingue e non dico cosa sarebbe successo se avesse conosciuto i nostri dialetti, sarebbe certamente giunto alle mie stesse conclusioni!!!
Non vi dico poi quello che specifica parlando di questa transizione in una nota che riferendosi ai testi sacri certamente si attestano all’epoca biblica e forse anche prima. Nella nota a piè pagina nel capitolo in cui parla «Dell’Ortografia» lamenta la mancanza di studi sulla tradizione e il fatto che, pur di aderire alle lingue più in voga, non ci si è limitati negli sforzi di trasferire in greco la lingua copta (siamo un popolo impenitente. E’ praticamente avvenuto quello che è accaduto con gli OSTRAKA di monte Claudiano e monte Porfirite).
Poi non vi dico e non vi racconto ciò che asserisce parlando in detta nota sul trasferimento dei testi fondamentali Storici, Sacri e Legislativi (civili penali e morali).
Infatti succedeva che vi era una enorme discrasia tra chi raccontava e coloro che poi riportavano i testi scritti in quanto questo fatto ha inevitabilmente falsato tutto sia per la parzialità di chi raccontava ma anche e soprattutto di coloro che scrivevano (pensate a quello che è successo con la storia di Sant’Agata ed il quadro rende l’idea di quello che sto disquisendo). Pensate ad Antioco di Siracusa da cui sono stati tratti fatti riportati da Tucidide: a quali greci si riferiva? O pensate alla lingua di Omero (quell‘”ER” fa il paio con ERIDANO, con EREI, con DERNO‘ Adrano in siciliano!!) come mai è diversa dal greco ufficiale ed è detta greco omerico? Perché Omero aveva una sua lingua personale?! Ma proprio si è degli impenitenti a non pensare che era diversa perché apparteneva ad un popolo diverso e la più papabile nella zona è quella di Stesicoro!

No vi pare?! Per ora sorvoliamo, poi dirò anche di questo.
Vorrei adesso soffermarmi su una cosa che certamente è successa anche in occidente quando abbiamo smesso di scrivere con lo stiletto sulla cera e sulle pietre (e qui ricordo l’uovo del Cairo con i “PILERI” incisi che rimarcano inequivocabilmente lo STEMMA del Castello di AKIS perché avrebbero dovuto portare una “CUTI”, ghiaia di notevoli dimensioni di pietra lavica e non, incisa, indovinate dove … ma da noi)in Egitto!!!
Forse era uno schema per iniziare la costruzione delle piramidi? Molto probabile. Proseguendo il discorso delle alterazioni fra tradizione e scritti riportati pensate che in oriente, fra coloro che conoscevano detti testi fondamentali, solo l’uno per mille sapeva scrivere e contemporaneamente leggere quindi (deducete voi di quali verità storiche stiamo parlando!) gli altri sapevano o leggere o scrivere. Le conseguenze di ciò arrivano fino al periodo in cui si scrivevano gli atti dei martiri, quando i copisti dissentivano l’uno dall’altro … figurarsi quello che è stato combinato prima. Pertanto bisogna vedere cosa e come gli amanuensi copiavano (senza capire il significato di ciò che scrivevano) fosse conforme al precedente.
Peraltro coloro che amministravano la sacralità e la giustizia pur essendo bravi oratori e affabulatori di folle non sapendo leggere né tanto meno scrivere (vedi Socrate) non avevano modo di controllare la veridicità delle asserzioni trasmesse per iscritto ed allora che storia abbiamo ricevuto? Non sarebbe il caso di controllare meglio?
Non voglio tediare continuando, ma vi invito a riflettere che se questa è l’eredità che ci è stata trasmessa con i relativi costumi DEI KOPTI (cioè dei padri sia dei popoli occidentali sia di quelli orientali), tutto ciò che via via è stato trasmesso diciamo almeno fino all’instaurarsi del monachesimo specie quello occidentale, non andrebbe ogni cosa ripresa con le pinze ed analizzata con più attenzione?!!
Come si dice in gergo notarile “accettare l’eredità con beneficio d’inventario!”.
Ma facendo una sinossi con i reperti archeologici (possibilmente studiati a fondo e con attenzione, non come sono fino ad oggi valutati al solo scopo di avallare certi “DICTAT CULTURALI” altrimenti storpiati nelle interpretazioni se non addirittura reietti come “isoloti noti” pardon le solite “INCOGNITE “! Questo mi fa capire l’ossessione di molti cultori per lo studio del POPOL…INO e dei siti archeologici ad esso connessi da i legami di lingua, di vita e di costumi, specie di quelli definiti PREISTORICI … “tou court” e li si chiudono le ricerche relegandole come in un LIMBO INVISIBILE chiamato PREISTORIA e così reso incomprensibile ad evitare un approfondimento che avrebbe portato all’insorgenza di imbarazzanti conclusioni vicine alle intuizioni GOETHIANE.
E deviando il corso storico dall’alveo di quello precostituito conduce in una pericolosa china che modifica detta struttura mettendo in discussione il percorso storico stesso.

(FOTO DEL SIMBOLO DI AKI EDELLA PIETRA DEL CAIRO CON I TRE PILERI)

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