Aci Castello Stemma
Aci Castello Stemma

INCONGRUENZA GLOTTOLOGICA
Innanzi tutto è fondamentale intraprendere un lavoro di pulitura molto articolato e complesso per ridimensionare quello che chiamo l’inquinamento ellenico e per far questo dovrò in questa introduzione anticipare alcuni sensi delle lettere semitiche che però potrete valutare nel contesto che segue e questo per dare senso al discorso introduttivo Per cui necessita con una “SINOSSI“ che approfondita tra le nostre lingue madri( semitico antico,il gheez e l’antico sekeliano,latino antico non quello romanico s’intende!)tutte ricavabili dalle innumerevoli “iscrizioni” specie di quelle “incognite” che mai sono state approfondite o considerate ed a volte volutamente distorte! Pur di non dar loro un senso riconducibile al nostro retaggio. Retaggio in possesso di pronunzie e significati riscontrabili e riconducibili solo nella nostra ed acquisite dopo la nostra manipolazione delle cosiddette lingue madri orientali che addirittura dimostrabile come gran parte della loro terminologia è farina del nostro sacco!
In essi molta terminologia ha mantenuto se non proprio il significato originale quanto meno un significato molto affine. Pertanto è fondamentale una ricerca ad ampio raggio perché ogni popolo ha mantenuto dei piccoli tasselli che possono aiutarci a ricostruire il mosaico! Tale rivalutazione della ricerca all’interno delle lingue derivate (europee e nordafricane ed in parte anche quelle slave cirilliche e medio orientali asiatiche e soprattutto quelle del corno d‘africa dalle quali hanno origine) possono aiutarci a ricostruire il fulcro del linguaggio dei popoli del mare (pardon “del popolo del mare“). Proprio in questo confronto con i dialetti possiamo rinvenire le nostre vere radici e dove il LATINO costituisce il TELAIO su cui imbastire il tutto e non facendo riferimento a lingue che se pur affini sono palesemente “definirei” succedanee in quanto hanno collateralmente ed in tempi successivi per non dire Recenti acquisito molti termini dalla nostra! Ma una serena valutazione glottologica del periodo in cui è avvenuto il passaggio è addirittura “lapalissiana” l’interdipendenza dalla nostra; delle lingue (perdonatemi delle anticipazioni che uso per gli esempi che seguono) come appunto l’ellenico, l’arabo – ismaelitico o l’ebraico. Infatti nel semitico antico ad esempio il termine ARABU vuol dire A‘(dove)R’(la luce) A’(dove )B’(manca)U’(agli uomini) pertanto era riferito ai popoli occidentali e non agli ismaeliti. Se poi allontanandosi dal punto di partenza diventano di volta in volta EREBU (bretoni, Spagnoli e Portoghesi, Berberu in Nord Africa ed IRIBU in Irlanda e zone del Nord (iribu pensate K- … ARI-B-U’) terre che già possedevano questa individuazione toponomastica che circondavano e quindi avevano contatti con le TRESKELIANE dalla Bibbia definite “isole del centro” ovvero la Iauonia!!!
Questi infatti erano i popoli anzi il POPOLO che ha navigato sia l’antica TETIDE che quella NUOVA anticamente chiamata non GHEA che per gli Elleni era la Terra ma E-G …
(le acque scomparse) EA (quella dove) perché come chiarirò quell’E ha attinenza con l’aldilà che sono sparite dagli occhi degli uomini … che non si vedono più. Ma i sopravvissuti hanno ripreso la nuova espansione ed organizzazione diventando i … popoli … del mare … pardon IL POPOLO DEL MARE!!! Ossia la Nuova Iauonia, Che ha mantenuto il termine della forma originale della loro terra la TRESKELE! Popolo che è tutt’oggi abituato a costruire e non a distruggere, che si sono ingegnati a costruire a dipingere, a scrivere nelle pietre e di cui la storia non parla non avendoli studiati nelle loro opere ma avendo dato adito solo a quei guerrafondai che hanno solo fatto rumore ma che non hanno creato un bel niente!
In realtà loro di guerre ne hanno fatte poche e solo quando servivano. Pertanto si sono posti in evidenza solo poche volte “sparendo” per continuare la loro costruttiva civiltà occidentale che,per secoli, è rimasta sconosciuta nel buio della mediocre superficialità culturale. Che come si chiedeva Gramellini in questi duemila e cinquecento anni hanno reso gli italiani più cattivi. Infatti se approfondiamo la nostra è gente senza grilli per la testa che trascorre il tempo nella più assoluta laboriosità. Con la piena collaborazione delle nostre donne pensate anche quando lottavamo. Infatti ditemi come mai noi non solo non avevamo harem o ginecei! Ma chi può vantarsi più di noi sulla parità uomo donna???!!! Solo noi vantiamo tante imperatrici addirittura UNA (DELLE TANTE) CHE E’ SALITA SUGLI SCUDI E’DIVENTATA IL SIMBOLO DELLA NOSTRA CAPITALE KATANA!!!

Donna su Elefante, " forse damaroto"
Donna su Elefante, ” forse damaroto”

Donna su Elefante, ” forse damarete” o una sua ….equivalente!!!!!
Che non significa nessuna grattugia o altro ma che era la TANA Kapitale,essendo che la TANA originaria era nella Terra di PA (KA-PTA o KOPTA come da deformazione!) ma la nostra dopo la distruzione era quella dove s’era insediato il Comando e lo stesso dicasi per il termine LATINI che erano anche nel Lazio ma qui c’erano i “KALATINI” che comandavano non con un “ducezio” inesistente ma con un “DUX ETIUM” ed il cui nipotino pare ci abbia salvati ai “CAMPI CATALAUNICI” da un disastro di portata storica notevole. Fatto che andrebbe rivisitato doverosamente in quanto certi punti sonano stranissimi a dir poco. Capitale che non ha mai dovuto affrontare nemici con tutti quei “CONQUISTATORI” che però guarda caso, giravano alla larga senza mai fargli una visitina MAH!
Scusate la digressione: non vi risulta che eravamo noi ad aver le navi,il miglior acciaio del mondo che tutt’oggi i giapponesi onorano quando lo indossano e non eravamo noi ad aver il grano ed avevamo soprattutto “LA GRANA”, tutt’oggi il popolo ebreo li chiama “sichili”.
Infine chiudo sempre glottologicamente parlando che “CITTA’ DECUMANA” non significa affatto che pagava le decime (che motivo c’era senno visto che le pagavano tutti!) ma che possedeva il poter di eleggere i” DECEM PRIMI” che scrivevano le “DIECI TAVOLE”. Addirittura un certo LUCIO RUBRIO è stato eletto da QUINDECEM (PRIMI) AUGURI come VIRin fatti accanto al VIR (che non significa uomo, bensì “colui che controlla IR dall’IR-landa ad IR-oito … la katana era nostra!!!) non ci sono due croci ma un “giogo” con le TRE LANCE INCROCIATE A RICORDARE DA PARTE DEI LATINI AI ROM di non ricadere nello stesso errore se non volevano ripassarci sotto n’altra volta come a CAUDIO!!! E FINIRE …DECIMATI!!! Terra mai asservita a nessuno e di questo poi dirò. Una base solida che ha costretto gli storici a non definire mai la loro vera collocazione di questo popolo che spadroneggiava nel mediterraneo ad ovest e ad est, definirli i “popoli del mare” è riduttivo, poi li hanno definiti anche PIRATI!
Per concludere che era una schiatta di fantasmi!!! E tutto per nascondere il nostro solo ed unico” POPOLO DEL MARE! Trattati che cercano di renderli “NOMADI E SENZA FISSA DIMORA! Ma scusate da qualche parte dovevano pur stare! o no!? Pur se resi più evanescenti possibile hanno lasciato tracce notevoli che possono essere rintracciati. Infatti la bibbia ha specificato che dettavano le regole anche e soprattutto ad oriente! E senza mentire li ha collocati nelle “Isole del Centro “di biblica memoria alla “TRESKELE o terra di “GRI “, collocazione data loro dagli Egiziani ma quella che Grecia dal GRI…KA quel GRI onomatopeico dello stritolare delle TRE-KELE precede tutte le dette terminologie e che diventò La IAUONIA biblica e poi l‘IMPERO DEL MARE NOSTRUM! Dei P_IR_Ati ed infine “QUELLA SCHIATTA CHE A GIUDIZIO DI AMARI SI E’UNITA A DEI FANTASMI MAI VENUTI IN SICILIA e che pensate erano occupanti che pagavano il pedaggio ai vescovi di Catania?!?! Ma come si può accettare che di colpo dei cammellieri del deserto sono diventati i più grandi navigatori e conoscitori del Mediterraneo (scusate ma che panzane Sono queste!?).

14 SIKELIA MEGARA YBLA-CIOE ORBA DELLA TRINITA
14 SIKELIA MEGARA YBLA-CIOE ORBA DELLA TRINITA

14 SIKELIA MEGARA YBLA-CIOE ORBA DELLA TRINITA

15 Che ci fà l'Angelo con Ermes?
15 Che ci fà l’Angelo con Ermes?
Cippo
Cippo
Cippo
Cippo

FOTO 14,15.16: L A GRANDISSIMA TRINITA’ E LA MEGARA YBLA OSSIA CHE NON VEDE PIU LA TRINITA NELLA SUA PATRIA E POI CHE CI FA L’ANGELO CON IL MESSAGGERO DEGLI ER NEL NOSTRO CASO
Foto numeri arabi iscrizione ed anche l’8 di IBLA ed il due delle fiamme etna

Inoltre poi si sono trasformati in sedici Normanni che sono scesi senza esercito ad occuparci e a fabbricare tutti i castelli prospicienti il mar Mediterraneo Mah!?
Non credete che questo” POPOLO” senza alcuna colpa se non quella di ospitare quelli che sfuggivano alle proscrizioni e quindi il massimo della tolleranza son stati destituiti dal loro vero ruolo solo da illazioni preconfezionate senza un vero fondamento storico…!
Pertanto ritengo molto riduttivo aver negato una tale possente continuità storica per ridurre tutto ad un così breve periodo storico, tempo troppo breve per creare una
collettività cosi grande e ben organizzata e tentando di privarlo delle sue VERE RADICI CULTURALI!
Per sostituire il tutto e darne merito ad un popolo che noi chiamiamo tutt’ora Beoti e Cretini! (Mongoli appunto! E le cui radici debbono tutto alle nostre! Prendendosi il merito di aver dato origine a tutto in poche centinaia di anni!!!
Elleno (ma chi era costui?) uno MAI ESISTITO se non NELLA FANTASIA e che per il nostro Popolo letteralmente vuol dire pensate ad ELLEBORO ossia non solo privo ma assoluta incapacità di possedere la N’ossia la conoscenza O straordinaria che noi avevamo! E che invece ci avrebbe insegnato tutto “DANS L‘ESPACE D‘UN MATINE “.

Brevetto pag.01
Brevetto pag.01

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Tempo fa avevo in un mio scritto accennato alle così dette Incognite in un articolo intitolato “Katana” palesavo anche se non dichiaratamente che la descrizione che Platone faceva nel Krizia di una terra favolosa altro non era che la SEKELIA ossia alle Isole del centro in un quasi realistico quadro pittorico della Sicilia. Pertanto, prima di leggere il presente elaborato, ne consiglio la lettura anche per una migliore comprensione del corrente testo.
Quello che qui intendo affrontare è l’opportunità che io stesso ho avuto di un diverso punto di vista basato su aspetti che per una serie di motivazioni non sono stati presi nella giusta considerazione e possono darci la possibilità di ampliare la visione storica possibilmente dando ai nostri AVI quel che è LORO! E poter gustare a pieno dei frutti che la loro laboriosa civiltà oggi ci fa gustare e che appartengono ad un albero che affonda le radici nella cosiddetta “NOTTE DEI TEMPI” che sappiamo bene che tanto notte non era perché era illuminata dalla CERA che letta in francese o russo è SERA! Sono spiacente, infine per le difficoltà che molti troveranno nella lettura di questo elaborato, ma la mia è anche una ribellione letteraria contro formule precostituite basate solo su preconcetti e pregiudizi che vogliono imbrigliare la cultura a loro piacimento limitando pesantemente le libertà di espressione come mai era successo nel passato.

Foto Candelora
come detto la tana di ia disponeva di K-AN- D-ELA CIOE’ ERA LA TERRA CHE DISPONEVA DELLA LUCE DELLA LUNA ARTIFICIALMENTE PRODOTTA E LE CANDELORE ERANO I FANALI CHE TENEVAMO NEL FANO CON LE PARABOLICHE DI ARCHIMEDE CHE RIFLETTEVANO LA LUCE LONTANO PER FAR VENIRE I SANTI….. MA QUANDO I SANTI ERANO RIENTRATI QUESTI SERVIVANO PER ILLUMINARE LA …… VIA DELLE “LUMINARIE”PER LA MOVIDA!!!!!!

Pensate forse che i nostri antenati quando studiavano il modo di trovare una scrittura che desse un’immediatezza di trasferimento del pensiero avevano in mente una grammatica già formulata o da formulare in seguito oppure … io dico oppure! Giàcchè ad essi come allo scrivente importava solo l’immediatezza della trasmissione del pensiero.
L’incongruenza glottologica è la base sulla quale anche le altre incongruenze ruotano e recuperarla è fondamentale per capire le nostre radici. La cosa peggiore è che, quando non si riesce a spiegare come mai i poemi ellenici per eccellenza differiscono dalla lingua tucididea, si definisce dicendo che Omero possedeva una sua propria lingua, ma non si spiega chi fosse il popolo che parlava tale lingua magari se si approfondisse si scoprirebbe che è il greco quello nostro unico e solo! Nostro e che a seguire si differenzia anche la “koinè dialectos” non si spiega da dove sorge visto che anch’essa si diversifica sempre dall’ellenico magari discende sempre dal greco omerico??!
Altrimenti non si spiegherebbe la sua autonoma formazione!? Infatti l’Iliade inizia proprio con un termine M-EN-IN- dove M (vita)En( sta per -sole!-pensate che questo termine si ritrova in Stoneh-en-ge,Geenna,G-en-gis Kan,Cir-en-aica En-na, mentre IN è -venere -la stella che ci faceva tornare a casa, ma la vastità del discorso mi preclude di chiarire adesso) pensate che IN è rimasta anche come radice di inventare e se poi collegate con il cosiddetto dialetto siciliano sapreste che i “mini minagghi“ sono le storie e storielle inventate che servivano la sera per addormentare i bambini! A seguire il termine Aeide che in Plauto significa “ascoltare” e che tutt’oggi è un verso per richiamare l’attenzione in siciliano come dire ascolta! E non ha attinenza con “aedia” ellenico che vuol dire odioso! Per finire con il termine “dea” che trattandosi del nostro greco come i nostri “DEI MANI” erano i morti così quella DEA significa D-CHE POSSIEDE -E-MOLTO INTELLETTO! O PENSIERO (fate voi!), io traduco “oh donna dalla nobile mente“! Quindi trattasi di persona che può ascoltare queste fesserie … ma … con spirito!!! Questo termine è una riprova, se ci fosse necessità … che tutti questi DEI NOSTRI ERANO UOMINI … MA PUR SEMPRE… NOBILI, MA UOMINI! MA …VIVENTI!!!
Pertanto il termine Aeide va tradotto, ascolta che con LA SUCCESSIVA AGGIUNTA della U (radice per uomo) diventa Audire, udire…oh uomo ascolta…, quindi audiens e … non AKUE…ENS!.
L’Italia è una miniera di termini che danno il senso di una tradizione unica che il POPOLO del mare ha mantenuto intatta e supera ogni ellenismo preconfezionato compreso il romanico ellenizzato! Infatti i dialetti italici antichi che indico con un unico termine che gli compete ossi il Sekeliano come AL-SIKILI! Che comprende tutto l’occidente mediterraneo … Isole, pur … IN … comprese!!!
E da dov’ è la provenienza di dette lingue vere e proprie … non … dialetti, rende incongruente, limitante e penalizzante la derivazione ellenica…che al massimo definirei essere nipote rispetto alla madre del Popolo del mare ed alla nonna Africana e dove la madre appunto il SEKELIANO (GRECO non ELLENICO), dei sekeles dei dauni e degli shardani, ha mantenuto l’identità.
Derivazione senza radici, assolutamente improbabile! Per giunta a causa della nostra “estero-filia” nel seguire mode che non ci appartengono, pur possedendone di migliori, oggi stiamo completando l’opera, impedendo ai bambini di parlare quel che resta nei dialetti ultimo baluardo della nostra vera LINGUA MADRE!!!
Che ha delle splendide anche se oscurate RADICI! La molteplicità delle lingue derivanti dal POPOLO del mare è devastante abbracciando partendo dall’Africa per raggiungere ad ovest nord Africa tutta l’Europa continentale e gran parte dell’Asia minore!
Il perno di tutto questo sono i Pelasgi o POPOLO del Mare che in base all’incongruenza geologica se le terre vanno alzandosi, tornando indietro nel tempo costoro hanno iniziato a colonizzare le montagne per cui la deformazione tutta siciliani del termine Kalata ossia discesa è perché i KALITINI sono scesi a Terranova non il contrario e navigavano il MARE SECCO (Egitto ed in parte Cirenaica e di Petra- nabatei, che con la v diventano navate-ei! Quelle i delle navate o navi in pietra! Scavate nella roccia!) percorso quando era mare navigabile per andare a Monte Claudiano!!!O no?
Come avrebbe potuto essere possibile che nel LAZIO tutt’oggi dicono ai bambini quando strepitano” non baccagliare!”; è che la stessa cosa dicono nell’altopiano Eritreo!! Che non significava rosso ma che era la “Terra” che apparteneva al popolo degli ER -I (i lontani ER come da FRARI- a -FRERI).
Inoltre avendo una conoscenza diretta sia del mio antico dialetto, oggi andato quasi in disuso specie quello ascoltato da bambino che aveva inflessioni oggi andate perdute, potendomi permettere di fare una sinossi con alcune lingue africane degli altipiani ho potuto rilevare una molteplicità di connessioni che nemmeno in tutto il vocabolario ellenico a memoria di liceo possono trovarsi, cosa invece che con il latino e l’italiano è una continua sinfonia di accordi!!
Inoltre è invece rilevabile che molti termini coniati tra queste lingue sono state successivamente acquisite dall’ellenico. Ad esempio il termine leone che nella lingua originaria nostra dicevamo “ANVESSA” modificato con il nome di un nostro AUGUSTU AIONIOU che si chiamava FELISSS e dopo con una trasformazione finale diventato per connessione con la potenza dominatrice ha identificato con il nome LIO (I-LIO la lontana LIO) che significa pietra (infatti LIO -NT o pietra bianca-ni-ti-da! O anche LIO-ATRUM pietra nera) di seguito c’è una pletora di più recente conio che praticamente si può evidenziare come la nostra lingua è piena di vocaboli dei quali l’ellenico è completamente sguarnito per chiudere faccio rilevare come solo noi diciamo leonessa che come si vede è una composizione tra il vecchio ed il nuovo termine. E‘ innegabile aver ignorato ciò, ha condotto i ricercatori in una pletora di confusionali interpretazioni o addirittura a rinunzie nell‘identificazione di molte altre riducendo la nostra attuale cultura ad una babele ancora peggiore di quella che l‘ha preceduta e dove anche gli attuali toponimi e cognomi la fanno da padrone. E che indiscutibilmente ne mostrano il significato per la loro particolare collocazione!!!

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