Alfabeto Semitico Antico
Pertanto ora riprendiamo la collocazione delle lettere del semitico antico ricavata da un’elaborazione, fatta togliendo alla base del linguaggio le aggiunte per il necessario successivo vocalizzo. Diventa sbalorditiva in quanto ridona l’originale significato a molti termini in ogni aspetto linguistico non solo a livello locale ma mondiale!!!
Penso che quanto ho detto sia sufficiente a dare un’idea, pertanto cerco di chiarire alcuni aspetti circa l’aspetto originale dell’Alfabeto base:
1. Lettera A che nel linguaggio semitico antico stava a significare: luogo – sede, luogo dove ha inizio ecc. … ma anche un rafforzativo per dire che è il posto per eccellenza di un qualcosa; com’ è in origine AMN primordiale, che diventa AMUNI e che si trasforma in AMENE (oceano indiano Mauritius, grido che fanno quelli che camminano sui carboni ardenti prima di entrarvi!) ed in ulteriore AMEN. Addirittura in certi luoghi dell’Oceano Indiano si è trasformato in AMENE e in altri posti, mentre come sugli altipiani del Corno d’Africa o nella Sicilia Occidentale, diventa AMINI. Ma come si può notare la radice è la stessa. Qual è il suo significato?
Qui viene il bello perché come si rileva dall’usanza SEMITICO-ANTICO che precede l’ebraica per non nominare DIO si usa questa perifrasi: A (sta per dove ha Sede dov’è- e in seguito va a significare Principio) M (sta per Vita. Ancora in Africa il termine MU acqua che dà vita all’uomo!) N (conoscenza quando è riferito ad esseri umani o Dio ma anche quando riferito alle cose terrene, il fuoco infatti ha portato all’uomo molte conoscenze!). Per cui la circonlocuzione sta per “DOVE HA ORIGINE LA VITA E LA CONOSCENZA”! Mentre altro significato acquisisce il termine TANA infatti sta per dimora dell‘uomo perché quando dopo un giorno di fatica l‘uomo rientrava nella dimora, qualunque fosse, accendeva il fuoco quindi la terra che lo copriva con il fuoco dentro diventava TANA. Come sappiamo il termine è originario della prima TANA è nella terra d‘Etiopia!
Il termine TANIT può significare che in casa c’era anche una donna infatti nel gergo berbero ad esempio AMATO si dice ABIBI che con l’aggiunta di IT diventa ABIBIT cioè AMATA quindi la tana diventa TANA -IT che in Semitico Antico significa : La Terra che spostato la Tana, riferendosi alla Libia che, emergendo è diventata il “Ventre di IA”, come se fosse da questa generata.
2. Lettera B che sorta come una forma di OTTO è la più antica ritrovata, ma che a ben osservare è un calco di una fusione.
Infatti la pietra metà del calco di fusione con scritto quell‘”YBLA” va letta IUBLA che per trasformazione della “B”in “V” come di FLABIO in FLAVIO, va letta così “IUVLA” che tutt’oggi ha due significati ossia “CIECA” ma anche “totale obnubilamento mentale”, tant’è che si dice a persone che compiono azioni sconnesse, quasi da ubriachi!
La cosa ha attinenza sia con il luogo del ritrovamento che con il toponimo EUBEA che con lo stesso metro di lettura sarebbe E-UVEA cioè estratto dall’uva!!!
Altri tre termini sono rilevabili in così breve trattazione, l’iniziale riferimento al termine A RA BU è d‘obbligo per cui ribadisco, A sta per “dove”, R la “luce”, A sta “dove” o anche “luogo”, B viene a mancare all’U cioè all’uomo, quindi gli arabi erano quelli che vivevano in OCCIDENTE!
Infatti noi stessi usiamo il termine BUIO che è appunto l’assoluta mancanza di luce ed infine anche il termine BUE che a seguire vuol dire B mancanza U dell’umana E spiritualità e se vogliamo traslare il tutto “Che non ha capacità di pensiero umano!”
3. Lettera C È una delle più complesse in quanto nello sforzo di formazione delle scritture ha avuto un peso notevole nella confusione linguistica “babelica!”. Infatti inizialmente nata in iscrizioni dove viene letta S ed in altre dove viene confusa successivamente con la Lettera K, pertanto non esistendo nel semitico antico dico solo che è nata dall’ideogrammazione della forma dei golfi marini e nello specifico detti seni od anche anse, cosa che richiede una trattazione a se stante per cui rimando alle lettere K per il suono duro ed S per quello suo originale da dove deriva l‘inconcepibile divisione dell‘umanità, completamente inventata in Semiti Camiti e Japeti (che dovrebbe essere IA-PT ovvero gli IA di PTA) e che in altra sede chiarirò…
4. Lettera D Anche questa lettera è molto complessa ed è stata origine di paurose distorsioni nell’interpretazione, soprattutto dalle iscrizioni nate nei diversi periodi storici nei quali i nostri avi stavano tentando di trovare forme di scritture più attinenti alla pronunzia ed in tali tentativi le iscrizioni che ne derivavano se noi no le studiamo con attenzione, i passaggi che le hanno provocate rischiano di confonderci. Infatti più che appartenere al semitico antico vero e proprio certe formazioni di lettere derivano addirittura da ideogrammi veri e propri trasformati in lettere, ad esempio una di queste ha a che fare con la più antica delle D che è posta su due piedi infatti:
1) la prima ha a che fare con la rappresentazione di Dio con la A di AMN per intenderci avete presente la lettera sopra l’elefante di Katana, bene essa è costituita da un superiore triangolo che poggia su due chiamiamoli piedini per comodità che era ciò che Egli aveva creato e che pertanto ne aveva il possesso, ossia il cielo e la terra;
2)in seguito si è trasformata nella separazione dei due simboli dove il triangolo separato ma più grande di dimensione era seguito da un ROMBO e la base di questo poggiava su di una linea di terra;
3) quest’ultimo a sua volta è diventata una nuova D ma con il rombo che poggiava su di una linea spezzata in due da sembrare due piedini, mentre il triangolo grande è rimasto immutato,
4) a seguire in successive iscrizioni non troviamo più il rombo ma un cerchio completo con una linea centrale mentre il triangolo permaneva tale, pare che questa mutazione sia avvenuta dopo la distruzione alla quale si riferiva SOLO e contestualmente a questa mutazione di quest’ultima D è apparsa una nuova lettera dove in presenza della O tagliata orizzontalmente ne è apparsa un’altra tagliata verticalmente ma dove la linea fuoriusciva sia dall’alto che dal basso. Sono costretto a chiudere il discorso per necessità ma evidentemente queste seconde come i rombi indicavano la terra prima e dopo la distruzione e che nei rombi e nelle O con taglio orizzontale indicava il possesso delle terre da parte dell’uomo mentre nel triangolo della A, in quello grande successivo rimasto immutato ed in quello della O con taglio verticale volevano indicare il possesso totale di Dio sia il cielo che la terra. In questo ambito voglio e tengo a precisare che le iscrizioni dalle quali si rileva tutto ciò sono sotto gli occhi di tutti essendo esse tutte concentrate in Sicilia! D pertanto che tutt’oggi indica possesso appartenenza ecc. Noi diciamo DE—EO per dire suo di lui, come anche “VALDEMONE” non significa valle del demonio ma valle D-E che appartiene allo spirito di AMON. Come già detto per la E che segue.
5. Lettera E che significa soprattutto anima ed ha parecchie accezioni affini come: vento, afflato, spirito, mente. Vi ricordate l’”EUM MULIEBREM” di cui non si comprende il senso? Credo manchi la D, che denota appartenenza in quanto l’appartenenza di questo EUM (cioè E lo spirito U l’umanità e la M vita della donna andranno ad appartenere al nuovo nucleo familiare). Mentre per lo specifico anche quello degli DEI MANI, nobilitato dal passaggio nell’aldilà e quello dell’Imperatore nobilitato dallo stato d’Imperio erano degli Spiriti Nobili e nulla più come nel caso di DELO “DE(L)U -DE(L)MN “, (ve li ricordate Delo(u) e D-AL-M-A TI-A) altro non significa (D)posseduta (A)al(L)dal popolo che vive (M) sulla (A)sulla (T) terra di I (che si è allontanata… infatti si è allontanata da TI-TI! Ma per la contaminazione ellenica della nostra TETA- D diventata TAU T ci siamo ritrovati nel DEUS diventato ZEUS, nel DEU diventato TEOU creando una babelica confusione e dove la città DECUMANA perché retta da costoro che stabilivano le leggi e le regole è diventata quella che pagava le DECIME ma che le pagava…con che…Si dice UMANA!!! Con gli uomini!!!
Come vedete le incongruenze non finiscono mai, specie se si deve ammettere che era la città dei DECEM PRIMI che regolavano L‘ORMA del CONSUL e dettavano le NORME! Purtroppo questa corruzione che ha radici antiche, la devianza EGEA contaminò l’oriente tutto gettandolo in mani di potentati che per dirimere il potere ed istigare i popoli a lottare le guerre dei guerrafondai. Sempre a motivo della superficialità dei popoli ellenici e PERSI, tanto che Mosè, tutto era tranne che stupido, ha isolato nel deserto il suo popolo per renderlo più coeso, perché il pericolo di inquinamento era tale che è stato costretto a fare del suo popolo UNA VERA E PROPRIA “ISOLA” tra i Cananei, provenienti dalla Mongolia che li circondavano, e vanno distinti dai Filistei o Pilisti, o Palestin che erano Popoli appartenenti ai Polpoli IA (Ezechiele 16, 20)

È palese infatti che prima dell’avvento della corruzione ellenica, nelle religioni vi era sì il concetto di una forma d’immanentismo che però era disgiunto, dalla deità e la forza della creatività della natura riferita al potere di un Dio creatore non aveva attinenza con la molteplicità delle deità, pertanto il concetto delle cose naturali espressione del potere della divinità creatrice erano perfettamente distinti e separati!
Non troverete deità o idoli di sorta nel mondo OCCIDENTALE! Concludo che la prova determinante è che anche oggi nei cognomi rimane nei nostri linguaggi la PATRONIMICITA’ del DE e anche il DI era riferito alla immensa distanza che li differenziava per cui nell’interpretazione antica tra i due c’era un abisso! La E era riferita allo spirito in generale mentre la I era riferito alla a volte notevole se non all’abissale distanza tra le due. Come si può evincere nella medesima incisione dove è scritto D (teta) E EO e la seguente con la TETA –DELTA (TRINITA‘) che sottintendendo la I per la separazione delle entità va sempre letta DI per cui si deve leggere DE EO, DIO -RE e non Deodore, non siamo deficienti al punto da scrivere contestualmente due D con lo stesso significato. Ma questa dopo l’inquinamento è una costante per noi passare glottologicamente per idioti quando diamo ai due termini complessi e diversi di “AMUNINNI“ e “IEMU” lo stesso significato ED è QUESTA LA DIMOSTRAZIONE CHE CI HANNO RUBATO LE RADICI e non solo quelle glottologiche ma quelle che ci hanno fatto grandi in ogni campo dello scibile umano! QUELLE VERE!!!
Infine pongo all’attenzione del lettore come la seguente lettera ha una certa attinenza con la E nella scrittura essendo nella formulazione quasi una E mancante del piedino, essendo così evidenziata una certa continuità tra la rappresentazione dello spirito e del vento, come si evince anche nella locuzione “e-salare l’ultimo soffio di vita” come si vede i nostri non lasciavano nulla al caso, come i passaggi da UNA TETA romboidale intera con il piede intero ad una con la divisione della base o addirittura trasformata in una tonda con la riga equatoriale!!! E così via!!!
6. Lettera F. Anche questa ha una storia complessa che come tutte le altre necessiterebbero di un trattato solo a pensare come questo suono da noi rappresentato con questa lettera. Pensi il lettore che vi sono altre due rappresentazioni dove è stato fatto un lavoro opposto a quello dei nostri avi che hanno provate tante modalità per razionalizzare la corrispondenza tra lettera e suono, mentre noi siamo andati nella direzione letteralmente (è il caso di dire) opposta creandone addirittura altri due il PH e la O -(I)con taglio verticale. Prescindendo le giustificazioni più o meno valide per spiegare una qual forma di razionalità che una tal creazione intrinsecamente non possiede e dal quale anche AFEWERK dissentirebbe, faccio rilevare che mentre la nostra F possiede una connessione logica essendo un ideogramma perfetto riferimento alle vele delle navi e quindi rimarca l’onomatopeica della spinta del vento, le altre due hanno un riferimento che a mio modesto parere sempre i nostri avi riferivano ad altri suoni e modalità ideogrammatiche diverse e che andrebbero approfondite cosa che spero di fare. Lo farò in altre sedi per non tediare il lettore già stanco e che sul significato di essa lettera non si nutrano dubbi di sorta.
7. Lettera G. Anche questa oltre ad essere onomatopeica gutturale del bere, ha un ideogramma che si riferisce alla forma curva a C delle anse e dei golfi marini e dove l’incurvatura interna si riferisce alla connessione con le spiagge dove gli elementi di acqua e terra si uniscono e quindi acquisisce un significato di riferimento, sulla generalità di tutte le acque e non come le X che fa riferimento alla scia lasciata dalle acque di sorgenti.
Anche qui ci sarebbe da disquisire ma mi soffermo solo su un termine tutto Catanese che come l’AMENANO è anch’esso rimasto immutato nel tempo. Mi riferisco al Pozzo GAMMAZITA, non vi dico cosa raccontano per spiegare il termine, provo a farne una lettura più essenziale possibile! Infatti gamma sta per cammello mentre la zeta che è la nostra tripla C(S) può essere una derivazione sia della “nostra sigma DELLE TRE C” ossia tri- ansata per intenderci, quella incisa nell’iscrizione del Castello Ursino oppure una derivazione molto più proponibile della X (SCI)che rappresentava la “SCIA” lasciata dalle acque di “sorgente d’acqua” cosa molto più probabile. Proprio questo avrebbe dato un’indicazione precisa di una sorgente con tanta acqua dolce da poter abbeverare dei cammelli!!!
8. Lettera H. Anche qui ci sarebbe da disquisire a iosa ma da una sinossi delle trasformazioni dei NOSTRI ALFABETI risalta come “ab antiquo” la detta lettera era usata in modo strano. Infatti in certe nostre antichissime iscrizioni era usata certamente come la lettera E malgrado era presente contestualmente a quest’ultima e ad oggi non siamo riusciti a dare a ciò una legittima spiegazione. Resta però da dire che quando ha preso il sopravvento l’attuale scrittura come nella lapide di NILA FIORENTINA anche li sono insieme entrambi le forme solo che in quest’ultima la H viene quasi annullata nella pronunzia essendo insieme a termini più forti che la neutralizzano come in HYBLE ed HORA che andrebbero lette “EUBLE e EORA” e tutt’oggi a Catania si usano termini consimili quando si parla di “UVLA e la seconda AU–ORA” dove le U sono alquanto aspirate quasi un “IU“ per cui nelle prima è stata trasformata la B in V e nella seconda la E in AU per dire adesso! Comunque il discorso ci porterebbe ad un discorso molto più complesso che non è trattabile AU_ORA (ADESSO)!
9. Lettera I. Come detto già per certi termini che risalgono al semitico più antico, questa lettera rappresenta un’espressione onomatopeica nostra tutt’oggi rimasta viva nel dialetto per indicare cose lontanissime al punto da essere a volte IRR…aggiungibili come “irraggiare” -(R) la luce! Infatti quando parlavo della progressione dell’identificativo del nostro POPOLO del mare che IN patria erano KALATINI, in Francia diventano KELETE ed in Inghilterra diventano KILITI (KILT!) e lo stesso dicasi del Quartiere dei FRA di Katana che diventano FRE-I come FRARI e FRERI nella fascia europea mediterranea e diventano FRI (-lands) nella fascia del Mar del NORD e così potrei continuare per un bel po’ di altri termini. In molti sensi è anche usato nel semitico etiope si usa per dire nei termini: tina, turibolo e itan, incenso per il fumo che si allontana, come anche per IT per terra lontana o anche che si è allontanata e come nel nostro termine ITO come il KAITO (toponimo dello scalo ferroviario dopo piazza Europa) ovvero ANDATO (pensate anche ad IR- O-ITO ed alla sua KATANA! Dove il suo OKK-AIDO li è letto con la D mentre da noi è letto con la T come nei termini DERMAI diventate TERMAI della iscrizione del Castello Ursino!
10. Lettera J. Anche questa è il risultato di un’ambiguità dovuta alla molteplicità di suoni gutturali assimilabili, ma non uguali alla I ed alla G e che poi diversificandosi hanno perso la loro utilità e quando oggi vengono a contatto con le lingue ufficiali si rimandano agli arabi intesi come islamici. Ad esempio vi è un toponimo nelle terre Iblee che si chiama RAHYULETI, proprio scritto così nelle mappe del regno di Sicilia ma che non ha nessun legame con la vera pronunzia. Ma questo termine è da collegare anche ad un altro termine che nella stessa zona ha dato origine all’attuale cemento, purtroppo questo non ho avuto modo di collegarlo in antiche iscrizioni ma pensate entrambi hanno un suono impronunciabile. Il primo si legge RAULIETI ed il secondo CIMIENTU, dove quella E di supporto è per collocare il punto del gutturale che un po’ si avvicina al suono della E, penso che forse era il vero suono della H sopra citata. Altri suoni possono rifarsi alla detta lettera come nel termine “lj” (figlio in gheez) e il siciliano “liggi” è “liggitimu” che ha un suono più dolce della G (ossia legge e legittimo) ed infine il secondo suono quasi spagnoleggiante “lijami” legame in siciliano e che connesso con “lijani” che sono le liane che erano utilizzate come primitive corde!!!
11. Lettera K. Come detto precedentemente questo suono da noi è stato sostituito dalla irregolare pronuncia della C. Infatti originariamente era questa che sostituiva la C dura ed il luogo che indicava non era generico ma una precisa localizzazione per dire il nostro attuale” qui”. Infatti era un rafforzativo per dire anche da dove quelli che si erano allontanati provenivano, ma nello specifico esistendo altra Tana ed altri Latini quel “KA” davanti stava a significare il posto dove c’era la forza preponderante ovvero il comando! Così nel caso di TANA diventa KATANA e Latini diventa Kalatini. Come precisato quando si spostano più lontano diventano K’E’ L’E’T’E’ ed con la I in KILITI che contratti diventano KELTI e KILT. Pertanto molti che restano stupiti del fatto che il Graevius colloca il simbolo celtico che copriva l’AQUILONE del grande Anfiteatro Catanese, ossia l‘unico e originale COLISEUNM, forse non aveva ben capito che quello era il progetto di come realizzarlo (qui vi ricordo “UN ALTRO PROGETTO POIREALIZZATO”, l‘uovo egizio con il simbolo dei faraglioni di Acicastello che servì a progettare le piramidi… E LA SFINGE? Altro non è che l‘Italia che si propende nel mare nella stessa posa!!!) come si vede era una buona abitudine nostra progettare, quello era infatti il progetto per coprire il Colosseo e trattasi di cerchi di acciaio concentrici con l’aggancio delle corde tiranti per stendere i teloni di copertura. Pare già fossero allora anche in…cerate per l’impermeabilizzazione! Inoltre non si sa a quale si riferisse visto che all’epoca ne esistevano più di uno visibili oltre quello di piazza Stesicoro. Vi ricordo che la così detta “naumachia” ancora all’epoca era visibile ad occidente del castello e dove affluiva un fiume enorme che a pari di un albero enorme, anch’esso campeggiò spesso in certi scudi araldici catanesi e anche questo potrebbe aver impressionato il Graevius!!!
Inoltre il Graevius ne rappresenta la forma di croce cerchiata ed intorno per tutta la circonferenza con delle scritte da lui semplicemente riprodotte senza averle capite! Sono tutte da studiare, tra cui la solita F mai usata dagli elleni, ma da noi Celti sì. A proposito ricordo che Catalaunici e CATALOGNA significano KATANA LONGA e fanno parte dell‘EREBU E SIA IL LIONE DEL Castillio che il LIONE del Delfinato vengono dalla LIO di NT. Questo termine KATALOGNA indica solo una porzione di quella nostra che si estendeva dal Monferrato piemontese, a quello Francese e allo spagnolo fino al fatidico Erebu!!! Infatti se volete la prova recatevi a CLERMONTFERRAND(CHIAROMONTEFERRATO) e più in là, verso Tolosa, troverete anche Alba e Montalbano. Inoltre se non volete farvi mancare nulla sapete dove “poggia” tutta la regione? Sui dei monti che in francese dovrebbero chiamate “montagne” ed invece dicono PUY -DE – DOME e l’unica traduzione del termine esiste solo nella lingua SEKELIANA ovvero I POIA, DI (santa) DOMENICA come quelli che potete ammirare nelle terre del (DUCI) EZIO ossia quelli che sovrastano la zona di VIZZINI SCALO contrafforti degli IBLEI. E non finisce qui, infatti tra questi POIA ve n’è uno che sovrasta gli altri che è chiamato addirittura con un termine italiano ed invece di dire come solito in francese LA MONTAGNE EN VOILE dicono in SEKELIANO LE PUY –EN –VELAY, u POIU A VELA!!!
Voglio qui rilevare un particolare termine che è molto indicativo che fa riferimento ed è origine del termine italiano USARE, noi infatti chiamiamo i pantaloni KAUSI che come Dammusi se si scorpora USI come si vede hanno dato origine al termine USO dove la S sorta dalle tre CCC, rinviando all’epoca delle isole del centro che è legata alla TRESKELE che unita alla I significa proprio GLI UOMINI DELLE TRE ANSE LONTANE e la stessa si ritrova anche in C(S)IRA-K-USA ossia qui si usa la cera certamente di SERA!!!
Praticamente sono TUTTI USI che sono transitati e diventati usuali per tutti per merito nostro!!! Non voglio tediare ma a proposito di coprirsi ho da puntualizzare a proposito di COPRIRE e di USANZE un’usanza che non ha altre spiegazioni su di un’usanza inspiegabile dei soldati KA-LATINI di COPRIRSI con le strisce di cuoio che più che essere un aiuto in battaglia poteva anche essere un IMPACCIO o no! Eppure le tradizioni da noi sono dure a morire! Infatti ricordate “il coprirsi con la foglia di fico? Vi invito qui a vedere come UNA REGINA (che non stava certo nel gineceo!) ed IL SUO ESERCITO sono COPERTI!! Con FOGLIE ma dove le hanno prese foglie così lunghe ma da UN FICUS (che non è il fico che abbiamo sempre creduto noi ma un tipo particolare di cui ne è piena la Sicilia ma che chi dice importata dal Giappone (ma non si sa da chi!) c’è chi dice che l’ha portata in Sicilia addirittura nell’ottocento un Inglese ma! Ed i nostri buoni Botanici per non far torto a nessuno l’hanno chiamata ARALIA MERITA DENAMI!!! A chi piglia piglia dicono i Romani attuali ma noi diciamo basta che c’è pace ma dove si può trovare un tale tolleranza!!! E non lo dico per piaggeria di tutti i turisti che negli anni che ho guidato, pensate quanti ne sono passati da tutto il mondo!!! NESSUNO E DICO NESSUNO AVEVA MAI VISTO UNA PIANTA CON LE FOGLIE COSI’ LUNGHE! Questo era quanto affermavano a bocca aperta mica poco!! Il termine certo così è se vi pare solo quello di “ARALIA MERITA” perché certamente usata per distinguere il merito basato sulla quantità di foglie che li copriva tant’è che la Regina ne era totalmente coperta!!!
Quindi non era il SICO ellenico (da noi è la radice di sic…ario) ma aralia del merito sic et simpliciter!Chiuderei con un riferimento ai nomi delle Piramidi che se analizzati potrebbero dare un riferimento infatti: K-EO-P-E (QUI QUELLO DELLO SPIRITO DI PA), K-EFRE-M (QUI QUELLI CHE M nella vita FANNO I MATTONI) ed infine MI-K-ER-IN-O (la vita lontana degli ER che vedono IN) che solo quelli del popolo di IA potevano fare!!! A seguire costruita da quelli che vivono fabbricando mattoni (ma sì gli Ebrei) ed infine costruita dagli ER che vivono mirabilmente dove sorge IN (ossia ad occidente in Sicilia!) che niente TUT…MOSSIS era DUX MOSES! Come TUT S-K-ALIA-S era DUX che sta tra leCC di AL IA del popolo di IA!!!! Niente male e questo spiegherebbe l’UOVO…di COLOMBO…Pardon…DEL CAIRO! Che se lo guardate bene rimarca nei particolari il simbolo di ACICASTELLO(CT).
12. Lettera L. Questa lettera addirittura è il simbolo ideogrammatico della persona umana nella sua stazione eretta e mentre nella lettera D romboidale la linea che rappresentava il possesso pieno del mondo da parte di DIO per l’uomo la lettera L indica due cose la stazione eretta ed il parziale potere sulla terra! Ma anche il legame con essa di interdipendenza che rafforza entrambi ecco perché anche nel termine L-IO tale concetto è rimarcato dal nostro modo di dire e di essere cioè “STARE CON I PIEDI PER TERRA ”la regione etiopica del”LALIBELA” dove addirittura le case scavate nella pietra di una funzionalità che rasenta la perfezione del moderno mantenimento della stabilità interna della temperatura è superata solo da questa struttura ed è strano come nessuno ha mai preso in considerazione tale monumento che dovrebbe di diritto far parte del Patrimonio dell’Umanità ma è strano e parlano solo di Petra in confronto è nulla! Ed il termine certamente significa L il popolo -ALI che vive lontano B-ELA al buio popolo dello Spirito, come infatti gli UR-A-LI dove l’uomo bianco vive dove la gente è stata sepolta, mentre UR_S(C)IN(I)O è l’uomo bianco che vive nel golfo(di Catania)!
13. Lettera M sta per vita, infatti presente in varie termini composti cito il più antico anche come uso nelle terre (di PTA) dei PADRI infatti il più in uso è MU che sezionato significa letteralmente vita dell’uomo ma nell’uso corrente indica l’ACQUA cioè la primaria necessità nostra, a seguire cito anche i termini MUSAI e MASAI usati entrambi in zone contigue una a sud ovest e l’altra a nord ovest della terra dei Padri con lo stesso significato ossia “le grandi acque” quelle per intenderci del lago Vittoria e quelle del lago TANA ed inoltre per le cascate di entrambi i laghi dicono MUSAI TUNAI ossia le grandi acque che tuonano!!!
14. La lettera N come detto nella circonlocuzione per indicare Dio, dove N sta per Conoscenza. Nell’uso riveste parecchi altri significati nel denotare le varie forme di conoscenza, come nel caso di quella spirituale o anche materiale, come forma di chiarezza così mentre in AMN è il massimo della conoscenza nel termine NT è più riferito alla chiarezza ed allo splendere al sole delle terre bianche come in NETO o in TARA-N-TO e che hanno dato forma al termine NITIDO per dire che si ha una chiara visione dell’oggetto riflettente molta luce!
15. Lettera O indica sorpresa, meraviglia e la ritroveremo tante di quelle volte che non voglio spazientirvi nel dilungarmi tutt‘oggi indica la stessa cosa pensate a quando i bambini fanno “OH! OH! OH!”.
16. Lettera P. Non è stata mai fatta un’indagine doverosa: ma non vi pare un assurdo senza senso che due segni diversissimi si leggano allo stesso modo mi riferisco alle iscrizioni del Castello dove il segno della O tagliata verticalmente è letto dai traduttori alla stregua della F o siamo noi stupidi o lo sono i nostri antenati, infatti contemporanee iscrizioni la P viene modificata in una lettera R e quello che recita il testo non ammette discussioni ed allora come la mettiamo?
Non è che quel (I) elis si legge PELIS e che ha a che fare con Peleo e le terme achilliane??!! Anche se poi so perfettamente perché si chiamano così! Comunque il termine PA ha anche un’altra P che ha la conformazione del così detto P greco e questa è un’ulteriore dimostrazione della confusione fatta tra greci veri ed elleni. Infatti se guardate bene il P greco le due barre perpendicolari sono due colonne sulle quali poggia sulla prima l’arco che indica il giorno e sulla seconda quello della notte ed il termine K-OLU-M-N-A altro non vuol dire “innalzate dagli uomini per onorare Dio” AMN ed uno solo ossia IA-U-E’ quello degli UOMINI di IA che È!! Il TRINO di IA(IATRINO!). È quindi il simbolo di PA è questo che è lapalissianamente nostro, greco! Perché sta su tutte le KRESTE degli alberi (le volute ioniche significano questo sulle colonne, infatti lateralmente alle volute ci sono vari tipi di piante, noi con gli steli delle piante facevamo i candelabri della stessa forma e ci poggiavano noi…artefici delle prime…candele al mondo! Come quella che è rappresentata nelle grotte di Eloro pensate un’AMENORA’ a forma di FIORE…Che fantasia KALATINA!!
17. Lettera Q. Non ha riscontro nel semitico antico ma nel più recente GHEZ pensate al sekeliano quartara, quadara che ha riscontro in gheez quof ed in amara qof, si avete capito bene la coffa! In Sicilia i contadini tutt’oggi ne fanno largo uso, principe dei recipienti portatili, è diventata di gran moda nelle spiagge fino ad oggi. Aveva un uso che faceva fronte a tante necessità: come filtro dell’acqua per bere nelle campagne, come mangiatoia portatile per i cavalli ed infine come contenitore per portare a casa i frutti dai campi. Poi una modifica successiva ha sostituito anche la K infatti il K-IR di K-IR-INO è stato sostituito molto più tardi da QUIRINO.
18. La lettera R è connessa con la luce, infatti il termine ARA che costituisce la radice di molte parole degli agricoltori calatini ad inizia dalla più semplice cioè ARARE è l’azione dell’aratro che rivoltando la terra letteralmente… porta …alla luce…! Espone la terra nascosta al che si rivolga alla luce! Infatti molti termini hanno questo significato così K-ARA-MEL ossia portare alla luce il miele, altro termine connesso K-AR(A)-Mi-NiO ossia portare alla luce il minio come ha fatto Minatidius, che si è fatto anche uno Cippo di minio dentro il castello Ursino che aspetta di essere identificato!!!
Chiudo con il termine che mi serve per chiarire in sekeliano LAURARI ha dato origine a LAVORARE! Significa portare il grano a maturazione pertanto U LAURI è quando il grano è quasi maturo mentre, quando il lavoro è finito, si dice “LAURIATO!” (Che significa Frumento”). Non deriva da ADDAURA (Alloro), diventato erroneamente il simbolo che corona la fatica! Che fatica e che merito si ha a raccoglier una pianta mai lavorata! Il fine della fatica è raggiunto con il guadagno di un bene inestimabile… IL GRANO, che poi diventa GRANA lo scopo della disquisizione è quello di correggere un errore derivato da incomprensione dei detti termini confusi con il termine ADDAURA, questo non serve a nulla solo a profumare i cibi ed a fare acqua bollita ed in questo non vi è fatica né guadagno. Per cui laureato è quello che si cingeva di grano non con l’alloro, questo lo mettevano ai soldati che tornavano dalla guerra, in modo che così non si sentisse la puzza!!!
19. Lettera S. Questa è una lettera esclusivamente nata perchè le TRESKELE sono state sostituite dalle tre ANSE che i nostri chiamavano C(S)INIO la più importante è centrale, COSTA-ANSA a seguire cera la BIS ANSA (avete presente il fiume Bisentium) mettete insieme le tre ANSE-IA (immaginate che ansia doveva essere per quelli che attraversavano per andare nel Tirreno e viceversa nello Ionio. Da qui son nate sia la quella assimilata alla Z e di poi alla S e ne ricaverete la lettera delle tre CCC di (I)eliccc o di Feliccc dell’iscrizione del Castello Ursino. Infatti vi è la C centrale dove c’è la T della TANA che la sormonta, a seguire poi c’è proprio un”2” che indica le due ANSE e queste tre CCC sono l’origine di un’altra grave confusine tra S Z, insomma la ricerca della scrittura più confacente alla pronunzia è sfociata in una vera Babele!!!
Infine concludo che questa S derivante dai tra golfi dello AIONIU è l’iniziale del nome di SABA (le anse di PA) che diventa SEBA-(8tat-polo) ed infine S(le anse)I(lontane)B(al buio ) ER-IA (degli er di ia) come anche la IS-LAN-D-(I)A ma stuzzicano anche quel SEVER-N fiume inglese e più ancora quella SEVER-NA-IA ZEM-LIA russa!
20. La lettera T, come ho già detto, è la rappresentazione della SCIA delle acque che sgorgando dalla sorgente tagliando in due la terra ed incrociando le acque di un mare o di un lago praticamente delimita contornando le terre emerse le mette in evidenza da cui il termine FINAITA che appunto sono quasi dei confini che le acque delimitano con la forma di T, mentre quella globale possesso umano è definita con le varie D-Teta che ci dà e darà confusione nella individuazione dei significati a causa della differenza che gli avi davano all’una e all’altra che poi sono la radice della parola fine, cioè arrivo delle F-IN (navi che terminano di seguire IN!!!)
21. La lettera U e inutile dire avendolo già ripetuto a iosa è il simbolo dell’uomo ed io penso che segna il ricordo del passaggio da primate ad erectus (tutt’oggi i primati di esprimono in tal modo) per cui la seguente evoluzione del pensiero con la conseguente coniazione di altri suoni, quest’ultimo è rimasto come distintivo avendo dato inizio a tutti gli atri dell’uomo” IN PRINCIPIO ERAT VERBUM”!
22. Lettera V. Anche questa è una lettera formata quindi no da antico semitico, rappresenta la corruzione della lettera B che a sua volta in certi termini è corruzione della lettera P, anzi penso più che FELISS la cui forma della F -(I)- potrebbe essere una probabile P per cui mi attizza quel “Pelis?!?! Quindi questa costituisce un doppione di B e di P e soprattutto è importante perché nel siciliano antico ha parecchi significati ossia vedere, vigilare ma anche consentire la visione è tra tutti i termini spicca VIR che non significa affatto uomo ma colui che vigila sul popolo di IR ossia il DUCE o CONSOLE che dir si voglia. Anche VIRGO era la mansione che le dava il nome difatti teneva il fuoco acceso per vegliare sul ritorno delle navi! Ossia che vigilava sulle acque di IR!!! Così come il luogo dove facevano quest’operazione è diventato il monte di VENIRI (che significa tornare che poi congiunto al ritorno DEI SANTI diventa SANTA VENERE. Questa accezione ha una controprova che quello che affermo ha questo significato.
Tutt’oggi non solo in sekeliano ma anche nella lingua attuale diciamo PI-SANTI e PE-SANTI ed all’epoca solo i SANTI erano capaci di affrontare una così pericolosa professione ed in quali mari hanno dimostrato di aver navigato!!!
LETTERE FORMATESI DOPO LA DISTRUZIONE

Qui è bene chiarire che la distruzione segna un confine di passaggio dove sono scomparse alcune lettere ed altre sono apparse nello sviluppo ed evoluzione delle scritture che hanno trovato la base ed il perno in SICILIA DOVE MOLTE FORME DI SCRITTURA COMPRESO IL TIFINA ED IL KALATINO ANTICO RAPPRESENTANO BREVI PERIODI VESTENDO LA SOLA VESTE DI TENTATIVI FINO ALL’AFFERMARSI DEL KALATINO ATTUALE!!!!
Per brevità cito tra le scomparse quella preminente che rappresentava “LE CINQUE TERRE”ossia la TE(TI-DE)TA che a forma di un rombo con una riga attaccata alla base (l’EREBUS antartico) che erano praticamente tutte abitabili come dimostrano i reperti trovati in ogni dove appunto fino allAntar-tide! come chiarito nell’incongruenza geologica e che è diventata “LA ROTONDA(i cavalieri nostri non erano della tavola ma solo della rotonda cioè del mondo!!!! erranti!!!!! COME LA SEGUENTE TETA TAGLIATA ALL’EQUATORE!!
Tratto ora le lettere originate dopo la distruzione e in parte da essa motivate e che rappresentano un evoluto passaggio all’attuale scrittura le più importanti e quelle che qui mi preme trattare sono: S, X, Y, e Z.
S) come detto ora noi la pronunciamo così ma nasce come SC-IA delle fiamme come viene rappresentata nel cippo della Trinacria e nel cippo cosi detto di Scalias infatti nel semitico antico non aveva una lettera corrispondente in quanto diventata poi la C greca e rimasta tale nel kalatino dove ad esempio il termine gheez LEONESSA nelle lettere GRICO-KALATINE sarebbe stato scritto ANVECCA!Infatti era simbolo di qualcosa di reale S (letta SCIA) RAPPRESENTAVA fondamentalmente FRATTURE REALI IN VARI CAMPI: principalmente LA FRATTURA DELLA Y E DELLE LAVE VULCANICHE , secondariamente le “SCIE ” DELLE NAVI che solcavano i mari ed anche appunto i “SOLCHI” che gli aratri lasciano nelle arature delle alture!!senza tralasciare la SCIA-KKA rimaste aperte nella crosta terrestre DOVE ABBIAMO APPRESO AD USARE LE “DERMAI AI-SCILLI-ANAI”!!!! quindi a seguire come SCIAMON ossia SIMON che in S-ION andrebbe letta SCIA-ION ma anche in IS-RA -EL andrebbe letta”I-SCIA-RA-EL” ,ma anche nello cippo del cosidetto TUTH-SCALIAS dove addirittura ancora non veniva letta ma era un semplice segno indicativo tipo mappa e perciò ne va ridimensionata la lettura: le S iniziale e finale indicano lo stare tra le FIAMME del “C” INIO(sinio) dove A- sta o vive L- il popolo o le genti IA. i potrei continuare per molti altri vocaboli,
Una nuova lettera che si aggiunge alla scrittura e anch’essa fondamentale è rappresentata dalla
X) che se la guardate attentamente in molte incisioni sono due “S” incrociate ed anche questo ha un ruolo fondamentalmente spaventoso,infatti rappresenta l’incrocio della due fratture della distruzione dove LA TANA si è STACCATA DAL SUO LAGO dove dentro vi è la “MEGARA SILLASSIE” per cui poi la SEKELIA è diventata “LA MEGARA “YUBLA” ossia ORBA della MEGARA della terra MADRE!!! questa “X” rappresenta SOLO ILCENTRALE PUNTO D’INTERSEZIONE DELLA IMMENSA FRATTURA DELLA “Y” e la zampetta della base destra altro non è che una frattura tutt’ora visibile dove le lave ancora ribollono nella “DEPRESSIONE DANCALA”! Infatti la X rappresenta il massimo dello splendore delle “SCIA-RA” che spesso è scritta “XARA”!! come altro poteva rappresentare le nostre”fuocose” splendide donne ma vi pare che le avremmo mai potuto tenere negli arem, nei ginecei o nei reclusori degli zingari donne come tali definite! che peraltro come “DAMARETE” ERGEVAMO SUGLI SCUDI CHE SOVRASTAVANO GLI ELEFANTI!!
A seguire la stupenda
Y) nata dalla PIU’ IMPORTANTE FRATTURA nella devastazione che solo “SOLO” ha potuto constatare spaziando quale”VIR” DALL’IR-LANDA ad IR-O-ITO! quando la frattura che si dipartiva appunto dall’Irlanda per incrociarsi e frapporsi tra la Sicilia e l’Etiopia e l’altra che scendendo dal Giappone attraverso le isole della Sonda si è incrociata a sud per proseguire distaccando “l’ ER-E -BU-S per finire nella terra del “FUOCO” e come altro l’avrebbero potuto DEFINIRE un enorme landa ANCORA INFUOCATA che a stento potevano sorvolare SOLO le SULE dopo la distruzione sono rimaste a lungo infuocate ed inabitabili anche dai pinguini!! pensate la più importante ed antica rappresentazione di questo portento delle iscrizioni kalatine per l’appunto non è per l’appunto un ‘iscrizione ma pensate un po! UN CALCO DI FUSIONE DEL NOSTRO ACCIAIO!!!! Come si può dedurre da questo calco la Y conforme alla frattura nella parte alta è una “U” alla base una “I” perciò va letta “IU” che fa il paio con IO dove nel primo si rimarca se stessi mentre in ION si rimarca la straordinarietà del popolo che “SA-N dire IO, a seguire guardate poi con attenzione la B! E’ un bellissimo “8” infatti per rendere “l’annullamento” la voluta che sormonta le ipotetiche colonne nel P greco che rappresenta la vita nell’alternanza del giorno e della notte viene intrecciata con un’altra per ribadire appunto che si annullano a vicenda distruggendo lo scorrere della vita così facendo si creano due cose importantissime la B che rappresenta l’oscurità degli abissi e l’OTTO dove per metà QUATTRO contrapposto al tre che sommato annulla il giorno e per l’altra metà la notte e pertanto posto dopo il sette annulla la perfezione di quest’ultimo simboleggiato dall’AMENORA! (che raffinatezza di pensiero!) ! Infine osservate bene quel L e soprattutto A con una gamba più corta anche se appena accennata è la stessa A che campeggia in via Etnea sulle fioriere addirittura capovolta questo è il simbolo astronomico dove il “TRINO- di -IA rappresentato dalla delta triangolare alla base sta continuando a sorreggere il sistema solare malgrado si sia spezzato un sole (SA -PI(DIO)- EN-ZA(perchè il sole si è spezzato)” ed immaginate al vedersi salvi dopo la devastazione stare a raccontarla il sacco e la cenere di NINIVE non sono stati nulla per ringraziare “AMN” da chiamare quella SERA che hanno potuto accendere la CERA o SIRA ‘O TRI!!! festa della SS.TRINITA’ e da allora i catanesi non smettono malgrado ormai per loro diventata una cera… come ….un’altra continua ad essere la loro festa più importante!!!!! .
Z)Questa lettera ha assunto svariate forme come detto nei tentativi di riforma delle scritture dal semitico antico passando per il gheez-ghees attraverso il tifinà scomparso come le varie forme di greco mostrato nelle foto come quelle del castello ursino o del greco omerico qui metterei tra i tentativi di scrittura quella cuneifome ,le figurative sanscrito compreso ma non avendo certezze su di queste essendo reperti ritrovati dopo la distruzione in zone ricoperte dai fondali marini non potendosi stabilire connessioni ne precedenti ne susseguenti non voglio fare analisi cervellotiche senza verso di continuità certo e pertanto mi limito all’interdipendenza acquisita da sacche di popolazioni che si sono mescolate con le migrazioni mongole spesso assimilate a quella colta ma sprofondata come appunto recita il termine “SINAI -CINAI che nel sommovimento in parte è sprofondata ed in parte andata in America del sud!!!pertanto i ritrovamenti insabbiati o ritrovati nei fondali marini non possono entrare a far testo non essendoci connessione dimostrabile con l”attuale continuità che dopo la distruzione la sola filologia glottologica popolare in una con la religiosità degli stessi hanno una assoluta certezza di continuità! Questa lettera “PUO ERGERSI A SIMBOLO DI QUESTA DIVISIONE CHE CONTINUA PREPOTENTEMENTE A DIVIDERE -!SPECIE IN ORIENTE IL POPOLO” IA” DAI KANANEI che oggi 23 .08.2018 festeggiano ABRAMO DIVENTATO UNO DI LORO PER VIA DEL SACRIFICIO DI SUO FIGLIO!!! DICEVO CHE è simbolo di questa divisione perchè derivando dalla doppia SS di anvessa ha il prevalete significato di uccidere spezzando ed ha anche con il tempo assorbito il significato del termine “afferrarese cioè armarsi di ferro per litigare quindi combattere venendo cosi nelle varie derivazioni linguistiche diventato in ghees (russo)kzar e da noi ALESSANDRO dove e ritornata la doppia SS e CES(S)ARE che COMBATTONO FINO A RENDERE CON LA MORTE INOFFENSIVO IL NEMICO!!Praticamente lo stesso problema che costrinse Abramo a piegarsi agli usi e costumi dei cananei lo ha affrontato Mosè in modo più radicale accentuando nel suo popolo e radicando ancor più le differenze tenendolo isolato per quarant’anni e favoleggiando su delle storie quantomeno irreali o surreali per giustificare chissà cosa. Tali favole unite a quelle degli alla elle ed illi e soprattutto dei rom oltre che dare maggiore appoggio ai contenuti che hanno reso la confusione dei Confuciani preponderante a tal punto che fino ad oggi siamo nel totale BUIO da arrivare a credere che noi siamo i barbari e gli ignoranti PERSI! quelli che ci hanno portato la civiltà. Pertanto queste culture odierne entrambi BARBARICHE PER DIRIMERLE sarà necessario uno sforzo sovrumano.

Con i miei poveri mezzi attuali non posso permettermi un lavoro che tratti la dirimente tra il suddetto trattato ceppo linguistico dall’inquinamento che negli ultimi 2.500 Anni è stato operato dalle migrazioni mongole con le idee CONFUC(S)IONISTCHE all’interno del Mediderraneo.
PERTANTO MI LIMITO COME FIN’ORA HO FATTO A CHIARIRE LA SPECIFICITA’ DEI TRONCHI DALLA SUSSEGUENTE FORMAZIONE DEGLI INNESTI con una spada di Damocle linguistica che è da sempre stata sottovalutata.
In questo la semplicità delle lingue primordiali costituisce un primo varco divisorio inoltre di estremo aiuto è il mantenimento delle tradizioni linguistiche popolari specie nelle isole dove detti patrimoni linguistici hanno mantenuto una omogeneità strabiliante in quanto le piccole immigrazioni non hanno sopra valso sul ceppo linguistico locale per cui i flussi linfatici del ceppo originario restano marcatamente evidenti rispetto ai flussi linfatici degli innesti. Provo pertanto a chiarirmi ed a chiarire che gran parte delle attuali lingue intanto possono dividersi in due ceppi diciamo mondiali ossia le AFRO-EUROPEE che hanno come sede territoriale il MEDITERRANEO e LE SLAVO-INDO-CINESI. Infatti ENTRAMBI I CEPPI PUR SE MOSTRANO SEGNI DI UN’UNITA’ LINGUISTICA PRIMORDIALE BASATA SUL “SEMITICO ANTICO” E’ CERTO che questa unicità primordiale è stata bruscamente interrotta dalla (chiamiamola SCIOA) DISTRUZIONE e quindi da qui in poi che la LINFA primordiale SI DIVIDE diciamo per comodità in DUE FLUSSI che quale “RADIAZIONE DI FONDO COSTANTEMENTE SEGUE IL PERCORSO EVOLUTIVO DEI DUE CEPPI”.
Infatti nell’ambito DELL’ALVEO MEDITERRANEO dove la preponderanza del CEPPO AFRO–EUROPEO ne COPRE QUASI TUTTO L’ALVEO(MARE NOSTRUM non a caso) all’interno di esso, SI EVIDENZIANO DELLA SACCHE DI INNESTI DI POPOLAZIONI CON EVIDENTE RADIAZIONE DI FONDO –STRUTTURA- COMPLETAMENTE DIVERSA e che si configura nel CEPPO SLAVO-INDO-CINESE e pur se l’omogeneità iniziale può trarre in inganno E’ SORTA con il trascorrere del tempo all’interno dei due ceppi ”UNA DIRIMENTE SOSTANZIALE” che quale radiazione di fondo IDENTIFICA LA DIVERSITA’ CHE IL TEMPO HA RESO “STRUTTURALE” LEGANDOSI INDISSOLUBILMENTE ALLA “FORMA MENTIS” di entrambi e questo “ATTACCAMENTO CHE ATTIENE ALLA LINFA DEI DUE CEPPI” è fortemente dirimente che perfino nelle ultime e definitive “FRAMMISTIONI NON VIENE MENO!!! MA PERMANE RIGIDAMENTE LEGATA ALLA PROFONDA STRUTTURA LINGUISTICA!!! STO PARLANDO da un lato DELLE DECLINAZIONI DEI POPOLI NOMADI E DELLA COMPLEMENTARIETA’ NEI LINGUAGGI DEI POPOLI STANZIALI declinazioni e complementarietà che quale spada di Damocle ha diviso nel tempo (e ce ne vuole di tempo per rendere strutturale questa diversità nel passaggio dal linguaggio unico all’identificativo “declinazione e complementarietà!!!). Infatti le concomitanze sono rilevanti fra i popoli che come dicono sono provenienti dall’indo in modo disordinato nell’alveo mediterraneo ma chi sono questi ARII e da dove vengono? Con certezza non è dato saperlo una cosa è certa che: Sanscrito, ellenico romanico e slavi possiedono le declinazioni alcune anche troppe mentre i popoli circonvicini sia in Europa che in Africa in preponderanza non ne dispongono!!! Erano pastori e questo è inconfutabile che quindi erano nomadi provenivano dal nord ma che come al solito non si specifica da quale zona!!!
Ma poiché dicono essere pastori, allora diventa assolutamente improbabile per gli stessi aver superato con le pecore e le capre i deserti mongoli e siberiani, spaventose distese di sabbie bollenti con il caldo, ghiacciai con il freddo, per poi doversi inerpicare sull’Himalya e ridiscendere per le valli dell’Indo e del Gange. Infatti solo pastori votati al suicidio avrebbero potuto affrontare simili percorsi. Ma se con un minimo di buon senso si riflette è più probabile che detti gruppi siano appunto popolazioni slave che da un lato attraversando la Georgia si siano riversate verso la Georgia, l’Iran, Pakistan mentre dall’altra si sono riversati in Romania (dove vi è la preponderanza di detto popolo e solo una piccola parte in Ellenia, a Roma e a Rometta!!!
Restando ceppi linguisticamente isolati dal nostro contesto ma che ci hanno indotto in grave errore perché le pelli di pecora dipinte l’hanno avuta… quasi… Vinta!
Sulla (C)Sera e sul Sicilium! Ma oggi tra gli studi trasmessimi dalla “GENS KALATINA” e quelli che ho potuto appurare di persona credo di poter fare una panoramica anche se parziale e ristretta in queste pagine da poter concludere con alcune certezze inequivocabili qui espresse.
Questa divisione linguistica basata sulle differenze basilari di struttura ci portano alla inevitabile conclusione e cioè: distinzione tra lingue STANZIALI-AFRO –MEDITERRANEEE e lingue NOMADI SLAVE-INDO-ASIATICHE si badi bene che il riferimento è alle lingue che ad oggi esistono nell’attuale bacino EURO-AFRO-MEDITERRANEO. Stante tale principio che per quanto concerne la discendenza della lingua Itianna e delle consorelle affini, posso delineare IL FILO–LOGICO–DI-CONNESSIONE, filo logico che nella frammistione delle FRONDE è necessaria una POTATURA per DIRIMERE quello STRUTTURALE dall’acquisito.
Già alla base nello studio della SCUOLA SICILIANA vi è un’impostura, infatti LINGUISTICAMENTE “sao ke per kelli fini e kelle terre” nulla ha a che vedere con “flos medicinae scholae Salerni” poiché l’una discende dal KALATINO-GRICO-SEKELIANO stanziale mentre l’altro dal ROMANICO-ELLENICO-INDO-SLAVO e chiudo con un esempio che chiarisce la frammistione specie nel campo militare: KASTELLO, CASTRO e ALKASAR.
I primi due attengono alla differenza tra difesa stanziale e quella nomade, nei fatti quel K-A-STAT-EL definisce che qui vi risiede il popolo che onora Dio, mentre K-A-ST(AT)RUM(eno o ano) si prone tra questi il terzo termine che deriva da K-A-E’-(C)ZAR termine che serviva agli stanziali per LOCALIZZARE appunto i CASTRA che si muovevano facendo PAL(A)ICZATE come nel PALAT(Z)INO e ponti di legno per cui K-A-E’-CZAR si vantava di essere ”PONTIFEX” tutti i MILES sono VANAGLORIOSI, dicevo che quel CZAR deriva appunto dai termini come su detto del Gheez CZA dal quale deriva A-CZAR(azzaro-acciaio) LAZZARAIARE (lazzariato=ferito dalla testa ai piedi) AL-CZAR gente armata mentre ELEAZZARO perché lazzariato da Dio, a proposito dimenticavo una soldatessa della natura chiamata in gheez ANVESSA già sopra citata in parte che nel suo pieno significato vuol dire AN-VE e CZA ossia che uccide perché vede bene con la luce della luna.
Questi termini hanno poi avuto delle deformazioni determinate ad esempio dai dittonghi romani come AE che hanno fatto diventare K-A-E’-CZAR CESARE ma è il termine CZAR russo che precede Cesare come AL-E’-SS-AN-D-R-IA ossia dove ci sono i soldati degli ostr(i)a-ke che stanno AN ad oriente D possesso della R splendido IA (popolo IA).
Infatti ALESSANDRO come Cesare non erano i loro veri nomi ma individuavano vere e proprie operazioni militare e le localizzavano, in questo anche il termine ARCHIMEDE infatti indicava qual era il suo lavoro ossia controllava il posizionamento della chiave dell’arco, ma al di sopra di lui c’erano i PONTIFEX che non erano SACERDOS e neanche quelli che si limitavano a farli di legno ma erano quelli che METTEVANO LE STRUTTURE PASSANTI SUGLI ARCHI ma sopra I PONTIFEX C’ERA LA CATEGORIA CHE SOLO NOI POSSEDEVAMO ossia gli APXITEKTONOC costoro programmavano il posizionamento dei ponti e quando l’allineamento era perfetto tra due, o tre fino a cinque ponti operavano loro soltanto LE COPERTURE DANDO TONO AI TETTI!!!
Chiudo dicendo che ancor oggi all’ingresso della nostra LOGGIA ci sono due pietre INTERESSANTISSIME: la prima è visibile (lato sinistro entrando) la forma della chiave dell’arco dove si è certamente edotto appunto Archimede e nella stessa la nostra unità di misura (ve la ricordate la via “OTTANTA –PARMI” bene quello è l’ORMA DEL “PARMO O PALMO DEL PIEDE” deciso dai nostri DECEMPRIMI nella CURRIA, l’altra è ancora più interessante infatti “UN ERMETE CHE SI PARTE DAL FARO DI ALESSANDRIA E CHE RECA NUOVE AD UN ANGELO” che ve ne pare?!

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